Diventare Project Manager

Mentre il mondo del lavoro richiede sempre più competenze e diventa sempre più competitivo, è importante comprendere l’importanza della formazione continua. Investire su se stessi e lo sviluppo delle proprie competenze è fondamentale per restare al passo con i tempi. In particolare, un percorso di formazione di Project Management è consigliato in ogni settore, in quanto le competenze che si sviluppano sono assolutamente trasversali. Ma come si può realmente diventare Project Manager?

5′ di lettura

tavolo di lavoro di un team di progetto per una committenza architettonica o ingegneristica

Chi è il Project Manager?

Il Project Manager, dall’inglese, è il “direttore di progetto“, ovvero la figura responsabile dei processi di un progetto. Ma in che senso direttore? E perché responsabile? Prima di parlare di tutte le mansioni di cui il Project Manager deve occuparsi, è importante fare una distinzione semantica tra ‘gestione‘ e ‘direzione‘. Fin troppo spesso, infatti, i due sostantivi vengono usati in maniera intercambiabile in quanto, erroneamente, si traduce dall’inglese la parola ‘management’ in ‘gestione’. Di fatto però, se prendiamo ad esempio la figura e le mansioni di un “Top Manager”, cosa ci viene in mente? Un “gestore” o un “super-direttore” d’azienda? Chiaramente e giustamente penseremo in questo caso alla figura di un “super-direttore” aziendale.

Allo stesso modo quando usiamo la parola “manager” preceduta da “project” non dobbiamo compiere l’errore di pensare che la figura di cui stiamo parlando abbia le mansioni e le caratteristiche professionali di un “gestore”, piuttosto che di un vero e proprio direttore. Anzi, dobbiamo dire che il Project Manager è un “company entrepreneur”, un imprenditore a cui l’azienda affida un budget per creare valore per l’organizzazione.

Cosa fa il Project Manager?

programmazione delle scadenze e dei tempi di un progetto

Una volta risolto il problema linguistico della parola manager, passiamo ora a capire nel dettaglio di cosa si occupa effettivamente il Project Manager. Quando abbiamo un progetto, in ambito qualsiasi settore, il team di progetto è (o dovrebbe sempre essere) guidato da un capo-progetto, un leader che supervisiona, ma non solo, l’intero processo di realizzazione del progetto stesso. Il capo-progetto è esattamente il Project Manager; in quanto capo del progetto e responsabile, questa figura deve assicurarsi che il progetto si compia nelle seguenti fasi:

  1. Avvio del progetto
  2. Pianificazione del progetto
  3. Esecuzione del progetto
  4. Controllo del progetto
  5. Chiusura
  6. Avvio o hand-over per la fase post-project (maintenance)

Tutte le fasi del progetto verranno portate avanti con le tecniche e i processi di project management, per l’appunto, per sostenere l’esecuzione dei processi di prodotto (quelli preposti alla realizzazione delle opere progettuali) e dei processi di supporto amministrativo-burocratici (quelli preposti alle attività autorizzative e di verifica della legittimità amministrativa dei processi di progetto). Ma quindi cosa deve saper fare il Project Manager?

Le competenze

Le competenze richieste per la direzione di un progetto sono di tre tipologie:

  • Competenze tecniche, le cosiddette “hard skills” sui processi di prodotto 
  • Competenze metodologiche sui processi di processi di progetto e su quelli amministrativi burocratici (ad esempio conoscenza del codice degli appalti e del corpo normativo di settore) 
  • Competenze trasversali, le cosiddette “soft skills

Le prime due sono tutte quelle competenze legate alla capacità di utilizzo degli strumenti di lavoro e delle metodologie per il raggiungimento degli obiettivi e il compimento del progetto, nei tempi, nei costi e secondo i criteri di qualità concordati con il committente.

D’altro canto, la terza tipologia di competenze, ovvero le “soft skills” sono altrettanto importanti perché riguardano tutte quelle capacità relazionali che permettono al team di progetto di lavorare e collaborare al meglio. Tra le tante soft skills, il Project Manager deve avere una grande dote di leadership per guidare e coinvolgere il proprio team; le capacità di comunicazione entrano in gioco ogni qual volta c’è un’interazione, quindi sono assolutamente alla base delle competenze di un Project Manager; il “problem solving“, ovvero la capacità di far fronte ai problemi e di trovare soluzioni, è anch’essa un’importante competenza a supporto delle competenze tecniche.

E’ fondamentale comprendere che sia le competenze tecniche e che quelle trasversali devono essere entrambe sviluppate per diventare Project Manager. Anche un grande sviluppo delle une, ma senza il supporto delle altre, non sarà sufficiente a ricoprire in maniera completa e professionale il ruolo del Project Manager.

Formazione = Professione?

Si può imparare a fare un dolce ma non per questo si diventa automaticamente pasticceri! Allo stesso modo, imparare i metodi e i processi di project management non è sufficiente per divenire project manager. Difatti, fare formazione specifica nel Project Management è fondamentale, così come lo è anche ottenere le certificazioni di Project Management ufficiali per esercitare la professione; ciò nonostante, l’esperienza e la pratica fanno il vero Project Manager.

Si può e si deve iniziare sempre dai piccoli progetti, anche cercando posizioni junior all’interno dei PMO (Project Management Office) aziendali; si impara anche semplicemente “rubando con gli occhi”, facendo domande e intervenendo all’interno del team.

Il Project Manager troverà sempre pane per i suoi denti: infatti in qualsiasi settore si lavora “per progetti”, motivo per cui le aziende richiedono spesso figure certificate e competenti nella direzione dei progetti. A seconda del progetto e del tipo di committente, il Project Manager può ritrovarsi a dirigere un progetto in qualità di consulente esterno oppure tramite assunzione. Ciò che è importante però è sapersi adeguare a dirigere ogni volta un team e un progetto diverso (capacità di lettura del contesto e di adattamento, altre due soft skills importantissime!)

Project Manager e certificazioni

Nonostante gli organismi di certificazione siano veramente molti, sia in Italia che all’estero, ACCREDIA, l’ente italiano di accreditamento, riconosce come unica certificazione valida con valore di qualifica professionale quella in conformità con la norma UNI 11648. Difatti, molti enti di certificazione di Project Management sviluppano i propri esami in una serie di step e gradi di certificazione, in modo da rendere più accessibile, per livelli, l’esame finale per ottenere la certificazione a norma UNI 11648.

E’ questo il caso dell’Istituto Italiano di Project Management, la cui certificazione ISIPM (base e/o avanzata) è un primo step, di per sé molto qualificante, per esercitare la professione. I corsi di Project Management base erogati dall’IICBIM sono infatti tutti propedeutici alla certificazione ISIPM e quindi risultano essere il primo passo del percorso formativo professionale fino al raggiungimento della certificazione a norma UNI 11648.

Peraltro, l’IICBIM organizza specificatamente un corso di Project Management per la norma UNI 11648, di cui ICMQ è ente di certificazione ufficiale (la sede di IICBIM è sede d’esame accreditata da ICMQ). A questo corso, a differenza dei corsi base che sono aperti a tutti, è possibile accedere solo ed esclusivamente se si è già in possesso di una certificazione di Project Management.

Perché diventare Project Manager

 

Alla luce di quanto detto finora, la domanda non sarà più “perché diventare Project Manager?” o “perché fare formazione continua?” quanto invece “perché non farlo?”. Non abbiamo niente da perdere e tutto da guadagnare nel continuare a migliorare noi stessi, come persone e come professionisti; oltre tutto è un dovere sia per noi stessi ma soprattutto per la società e il mondo del lavoro in cui viviamo, per offrire il nostro migliore contributo con le nostre idee e competenze.

 

E voi perché non dovreste diventare Project Manager?

 

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Flavia Antonelli, IICBIM Web Communications Manager

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