Cultura, lavoro e… complessità

La recente lezione del 25 novembre scorso che ha concluso il corso 2019 di BIM Revit Certified User, co-organizzato insieme all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, p stato incontro di cultura, lavoro e… complessità che ha visto il prezioso contributo di due esponenti dell’Ordine, l’Ing. Marco Sovera, Presidente della Commissione Direzione di Cantiere, e l’Ing. Massimo Babudri Presidente della Commissione BIM.

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classe BIM Revit 2019
Gli interventi dei due Presidenti di Commissione hanno insistito sulle opportunità di lavoro offerte dalle nuove metodologie di progettazione ed esecuzione per tutti i professionisti del settore delle opere civili e infrastrutturali. In particolare, nell’ambito delle Amministrazioni Pubbliche, la metodologia BIM e gli obblighi imposti dal D.Lgs. n° 560 del 1/12/2017, offrono la possibilità a tutti gli ingegneri e architetti e, più in generale a tutti i professionisti in campo tecnico del settore civile, di colmare gli spazi oggi resi liberi da personale direttivo di competenza diversa e molto lontana da quella tecnica.

 

Lavoro

Quest’ultima giornata di formazione, tra cultura, lavoro e complessità, impone delle riflessioni, alcune specifiche nel settore di competenza, altre più generali sul mondo del lavoro e le veloci mutazioni che impone alle nostre strutture mentali.

Nello specifico dell’ingegneria civile, la rivoluzione è quella che in altri settori è stata classificata come industria 4.0, l’industria della digitalizzazione dei processi produttivi. Superando i limiti delle classificazioni un po’ troppo facili e sommarie, i processi produttivi con una forte connotazione di controllo numerico e di digitalizzazione delle informazioni non sono né recenti né poco diffusi.

Nella storia dell’industria occidentale, abbiamo già attraversato uno spazio di almeno 50 anni di industria 4.0 e gli addetti ai lavori lo sanno molto bene. Ma allora perché se ne parla tanto solo adesso? E, soprattutto, perché è diventato un argomento popolare con una così larga massificazione nel settore della comunicazione? Perché il digitale è uscito dai laboratori, dagli studi di progettazione, dalle linee di produzione; così facendo, il digitale è entrato nel mondo quotidiano. Basti pensare al nostro cellulare, al televisore domestico che riceve in digitale, ai biglietti digitali di treno e autobus, alle prescrizioni digitali del medico di base. La smaterializzazione dell’informazione è uscita dalle fabbriche ed è entrata nella vita quotidiana.

Complessità

Oggi la telefonata e il messaggio Whatsapp® usano lo stesso canale digitale, e quando il gestore di servizi di telefonia mobile vende in offerta 100 GB al mese e telefonate illimitate sta vendendo solo banda sui canali digitali di comunicazione. Ciò che sfugge alla massificazione dei media è la complessità dei processi di trasformazione dall’idea o dall’oggetto fisico a quello digitale e di restituzione dall’oggetto digitale a quello fisico.

industria 4.0Il mondo della produzione di beni, dall’automobile che guidiamo alla casa in cui viviamo, si confronta da sempre con la complessità della trasformazione e restituzione. Pensare in digitale non è naturale perché siamo in costante conflitto tra la virtualità del nostro pensiero e la fisicità del nostro corpo. La prova lampante di tutto ciò è lo strepitoso sviluppo e diffusione dell’ingegneria del software e della professione del softwarista, forse l’unico “operaio” al mondo che dal pensiero virtuale passa direttamente all’oggetto virtuale senza l’interposizione dell’oggetto fisico, fintanto che tutto il processo produttivo si svolge con le regole del sw.

Ma gli stessi softwaristi si trovano in grandissima difficoltà quando il committente, che non è mai un esperto di sw, produce i requisiti trasformando il proprio pensiero in una forma fisica scrivendo un documento, sebbene scritto con uno strumento digitale, che si esprime in linguaggio naturale, cioè analogico, e non nel linguaggio virtuale del sw.

La produzione di beni, che sia un prodotto sw, un’automobile o una casa, passa sempre attraverso la trasformazione dell’idea in un progetto digitale; questa è la fase più complessa del processo produttivo che richiede una profonda conoscenza degli strumenti e delle tecniche di modellazione digitale del prodotto.

Opere civili

progetto delle opere civiliLa modellazione delle opere civili è un processo digitale di trasformazione dall’idea al progetto digitale relativamente recente anche se trae origine dalle prime sperimentazioni già negli anni ’60. L’evoluzione degli strumenti sw e la maggiore disponibilità di potenza di calcolo a basso costo hanno reso questo processo accessibile sul piano operativo; eppure tale processo è sempre complesso sul piano metodologico e delle conoscenze richieste al progettista e al project manager.

Gli strumenti CAD di vecchia generazione non hanno nulla in comune col processo di trasformazione digitale che oggi chiamiamo modellazione in cui le informazioni grafiche dimensionali hanno bisogno di essere integrate con le informazioni delle proprietà non geometriche di ogni singolo componente come, ad esempio, il tipo di materiale e le sue caratteristiche fisiche o il tipo di apparato tecnologico per le componenti impiantistiche. L’insieme delle informazioni grafiche, geometriche e di proprietà dei componenti costruttivi, opportunamente aggregati in un progetto unitario, rappresenta il progetto digitale.

Il salto culturale rispetto al vecchio metodo di lavoro è veramente imponente. Possiamo ben dire che l’asticella della complessità è molto alta e rappresenta uno strumento di selezione naturale tra i professionisti delle opere civili perché questa complessità può essere risolta solo con la conoscenza e l’esperienza nell’applicazione di metodi e strumenti multidisciplinari.

È facile prevedere l’irreversibilità del processo culturale innescato dalle tecnologie digitali; queste sono infatti ormai mature e largamente accettate dal mondo della produzione, ma comprese e controllate solo da un esiguo numero di professionisti. Le opportunità che si aprono sono tanto grandi quanto i rischi di rimanerne fuori.

Formazione IICBIM

aula di formazione IICBIM

L’Istituto Italiano di Cultura BIM ha avviato la definizione di un percorso formativo completo finalizzato alle certificazioni delle figure professionali del BIM Specialist e del BIM Manager a norma UNI 11337-7 con esame finale di certificazione ICMQ®. Ogni corso sarà corredato di un esame di verifica interna e di un esame esterno; quest’ultimo corrisponde all’esame di certificazione di prodotto o di metodologia, oltre che del supporto del trainer durante tutto lo sviluppo formativo. Nel prossimo articolo esamineremo i contenuti del programma che proporremo anche agli Ordini professionali.

 

Stefano Antonelli

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