Le nostre professioni a rischio post COVID-19

Le nostre professioni sono davvero a rischio post COVID-19?

5′ di lettura

Fonti: World Economic Forum; Peter Drucker, Management Consultant e Trainer

Smart working, COVID-19 e Villaggio Globalepandemica covid-19 globo con mascherina

Presi dallo smart working e dalla quotidianità di un conflitto non armato del Covid-19, ma non meno letale e ansiogeno (stiamo parlando di una media di oltre 400 decessi al giorno tra ottobre e dicembre, per un totale di oltre 36.000 italiani che non sono più tra noi; per dare un’idea, la disfatta di Caporetto nel novembre del 1917 fece 13.000 vittime sul fronte italiano e oltre 50.000 nelle fila austriache e tedesche), non possiamo pensare ad altro se non al presente.

VUCA

L’acronimo VUCA che sta per Volatile Uncertain Complex Ambigous, coniato probabilmente dai militari ai tempi della guerra fredda, è stato adottato da tempo dal mondo degli affari per descrivere sinteticamente la direzione di avanzamento oscuro del Global Village Concept di Marshall McLuhan, ideato nei primi anni ’60 del 900 (vedi Katie Serena The Man Who Predicted The Internet). McLuhan scrisse: “ ¹The next medium, whatever it is — it may be the extension of consciousness — will include television as its content, not as its environment, and will transform television into an art form. A computer as a research and communication instrument could enhance retrieval, obsolesce mass library organization, retrieve the individual’s encyclopedic function and flip into a private line to speedily tailored data of a saleable kind.” 

Marshall McLuhan

L’unica cosa che McLuhan ha sbagliato è il termine “Villaggio Globale” che noi familiarmente chiamiamo Internet o Rete; per tutto il resto la sua visione ha colpito nel segno con quasi 30 di anticipo. McLuhan ha anche anticipato un problema oggi molto caldo: la neutralità della rete, la sua ubiquità e ambiguità.

Ma McLuhan era un filosofo, un osservatore curioso del mondo; il professionista dell’industria e delle costruzioni è un operativo, tecnocrate ed esecutivo,. Gli viene preclusa quasi ogni possibilità di riflettere e speculare sul proprio futuro. Noi di IICBIM vogliamo darti una mano, anzi, vogliamo darci una mano – dal momento che anche a noi viene a mancare il tempo per previsioni futuribili – per farci largo nella nebbia delle prossime tendenze nel mercato del lavoro.

 

Le nuove professioni e la digitalizzazione

Un recente sondaggio promosso da alcune tra le più importanti Università (MIT, Oxford, Cambridge, Harvard ed altre) ha messo in linea i risultati del sondaggio in 106 paesi e 8.000 intervistati creando una visione sulle forze in atto che stanno cambiando il modo di lavorare e le professioni stesse, eliminando molte figure e creandone altre completamente inedite.

A prima vista, sembra che la tecnologia stia cambiando il modo di lavorare ad una velocità crescente, come un treno incontrollabile. La digitalizzazione è l’acceleratore di questo treno e il fattore umano sembra che sia fuori dall’equazione lavoro=produzione. In realtà sono sempre gli esseri umani a imprimere velocità al cambiamento, quindi l’uomo continua ad essere presente nell’equazione ma non tutta l’umanità ne è coinvolta; questo in sostanza il problema, essere o non essere dentro l’equazione.

La 4^ Rivoluzione Industriale

Da tempo si parla di 4^ Rivoluzione Industriale, ma esattamente di cosa si tratta?

 

icona-1^rivoluzione-industriale

1^ Rivoluzione Industriale

Acqua e Vapore

Sistemi di produzione di forza motrice termodinamica in sostituzione della forza animale e umana

icona-2^rivoluzione-industriale

2^ Rivoluzione Industriale

Elettricità

Produzione elettrica, costruzione di motori a combustione interna, aeromobili, automobili, navi, prodotti di largo consumo

icona-3^-rivoluzione-industriale

3^ Rivoluzione Industriale

Automazione

Utilizzo dell’elettricità e di Internet per la produzione automatizzata di beni di consumo

icona-4^-rivoluzione-industriale4^ Rivoluzione Industriale

Cyber-Physical Systems

Mezzi a conduzione autonoma, robotica domestica, IA, monitoraggio ambientale (IoT), processi di progettazione e costruzione con macchine 3D

 

La 4^ Rivoluzione Industriale (4RI) riduce il confine tra la sfera fisica, quella digitale e quella biologica, modificando profondamente non solo e non tanto il modo di lavorare ma quello di vivere; questa rivoluzione è già in atto e sta accelerando continuamente. Coinvolge ogni cosa intorno a noi in un modo così omnicomprensivo che l’umanità non ha mai sperimentato prima d’ora.

Il World Economic Forum e le forze del cambiamento

La spinta della 4RI non è data dalla tecnologia ma dai cambiamenti ambientali, dalla diversa composizione della popolazione umana, dalla progressiva o probabile scarsità futura di risorse primarie (ad esempio le fonti energetiche fossili), dalla maggiore mobilità di merci e persone e, di conseguenza, dalla crescente richiesta di connettività delle persone con le persone e con le informazioni (vedi la diffusione esplosiva delle piattaforme di videoconferenza e del cloud computing).

Vediamo in questo grafico come è percepito il cambiamento negli ultimi 18 mesi da parte degli 8.000 intervistati nei più disparati settori dell’industria.

 

Il livello di cambiamento percepito negli ultimi 18 mesigrafico: Il livello di cambiamento percepito negli ultimi 18 mesi (2)

All’incontro annuale del World Economic Forum a Davos nel 2016 (WEF 2016), sono emerse le 4 maggiori forze del cambiamento del lavoro in atto che rappresentano le spinte propulsive della 4RI:

  • Mobilità e connessione
  • Globalizzazione
  • Composizione della popolazione umana
  • Scarsità di risorse

Secondo gli esperti al World Economic Forum, sono presenti, nella nostra società globale, un insieme ristretto di fattori che potrebbero avere un impatto profondo sul lavoro e sulla società. Dunque, è fondamentale conoscere queste spinte endogene per prepararci ai cambiamenti che probabilmente si verificheranno nel prossimo decennio. I soggetti coinvolti sono tutte le generazioni: generazione Z, i Millenians o generazione Y, la generazione X e i Baby Boomer dalla fine degli anni ’50 fino al ’64.

I megatrend, il COVID-19 e le professioni

Nel 2016 gli esperti del WEF non potevano neanche sospettare il fattore pandemico, anche se qualcuno lo aveva preconizzato (TED 2015); lo shock produttivo ed organizzativo del COVID-19 ha prodotto un’ulteriore accelerazione ad un trend che era già irreversibile molto prima del 2020.

La pandemia ha messo in evidenza le carenze profonde dei modelli produttivi che fino a inizio di quest’anno funesto erano nascosti o forse solo sospettati: modelli produttivi ancora in bilico tra la 3RI, ormai compiuta e logora, e la nuova 4RI non completamente attualizzata nella vita quotidiana delle industrie, delle amministrazioni private e pubbliche, dei professionisti, delle famiglie e dei singoli individui. La domanda che si sta trasformando in incubo è sempre la stessa: riuscirò a mantenere o a migliorare nel prossimo futuro il tenore di vita mio e della mia famiglia con le competenze che ho acquisito fino ad ora?

L’angoscia per il futuro deve trasformarsi in consapevolezza e conoscenza di cosa sta accadendo al mondo in cui viviamo: se abbiamo paura del blu profondo allora periremo nelle acque basse.

I megatrend delle trasformazioni in atto si muovono in 8 diverse direzioni:

  1. Urbanizzazione e mobilità
  2. Globalizzazione 4.0
  3. Cambiamento demografico e composizione multi-generazione della forza lavoro
  4. Mutazione delle carriere
  5. Sviluppo non-lineare delle carriere
  6. Disallineamento delle competenze professionali
  7. Cambiamenti climatici e risorse ambientali
  8. Nuove tecnologie dell’automazione

Il cambiamento parte da noi

Sono gli esseri umani a guidare il cambiamento e gli 8 Megatrend qui elencati sono, probabilmente, i più potenti e aggressivi dello status quo delle competenze dei professionisti nelle industrie e nei servizi, nelle amministrazioni e nei luoghi della politica.

Nel prossimo articolo ti parlerò dei primi due Megatrend, l’urbanizzazione e la mobilità, l’industria della cyber-automation, la cosiddetta industria 4.0: ti proporrò qualche riflessione sulle conseguenze prodotte da questi due fattori nel modo di pensare il mondo, non solo quello della produzione, ma anche quello della vita dei singoli individui, della nostra quotidianità di esseri umani.


 ¹Il prossimo mezzo, qualunque esso sia – potrebbe essere l’estensione della coscienza – includerà la televisione come contenuti, non come ambiente, e si trasformerà in una forma d’arte. Il computer, come strumento di ricerca e comunicazione, potrebbe migliorare il recupero delle informazioni, rendendo obsolete le biblioteche, recuperare per l’individuo la funzione di conoscenza enciclopedica e trasformarsi in una linea privata per l’accesso a dati facilmente personalizzabili di tipo commerciale.

Stefano Antonelli, Presidente IICBIM

LinkedIn
LinkedIn
Share